Dova, Ieri, Oggi e Domani, un borgo alpino come modello di sviluppo


Articolo tratto da Giornal.it


A Dova Superiore, paesino arroccato sull’appennino ligure piemontese, l’amore per le propie radici passa anche attraverso la culturaLa presentazione del libro fotografico C’era una volta... Dova è stata infatti l’occasione per ragionare sul futuro dell comunità montane, sulle loro potenzialità, e sulle vie da percorrere per uno sviluppo sostenibile e atto a valorizzarne le risorse, preservandone l’unicità per le future generazioni.
Un libro fotografico su di un piccolo mondo è una finestra sulla storia, una ricerca a più livelli, in cui la storia diventa corale, e le immagini prendono nuova vita, diventanto esse stesse le protagoniste, illustrando i cambiamenti, piccoli e grandi che la memoria a volte dimentica.

Questa è l’operazione che hanno compiuto Lucia Daglio, Paolo Ponta e Ettore Ratto.

Un atto di amore verso un paese, non un nostalgico amarcord, ma un lucido studio del passato in vista di un rilancio futuro, non un rimpiangere la Dova di un tempo, in grado di produrre 50 scolari, ma un’ipotesi di lavoro, un ponte tra il passato, non

sempre idilliaco, un presente di cauto ottimismo, ed un futuro ancora tutto da impostare, per tornare a vedere le nostre montagne popolate,
in grado di produrre lavoro, di fermare, e se possibile di invertire il flusso a favore della pianura.

Anni di lavoro hanno quindi riaperto i cassetti della memoria, nel senso letterale del termine, facendo riaffiorare un mare di foto, un mare di piccole storie da raccontare, tante tessere di un mosaico da integrare e rendere visibile sul filo dl ricordo.
La presentazione del libro era integrata da una visita a Dova, in cui erano ricostruiti gli ambienti riprodotti nel libro, con schede integrative e attrezzi di uso comune recuperati e messi in mostra.

Alla cerimonia di presentazione del libro erano presenti numerose autorità, il Questore di Alessandria Nanni, il vice Prefetto Spampinato, il Presidente della Provincia Filippi, il Presidente della Comunità Montana Val Borbera e Valle Spinti Franzante, il direttore dell’Isral Botta,

 


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