C’era una volta ... Dova, e non solo


Articolo tratto da Giornal.it


Domenica 25 luglio, alle ore 17, presso la chiesa parrocchiale San Martino di Dova Superiore (Cabella Ligure), avrà luogo la presentazione del volume fotografico "C’era una volta... Dova" - ricordi fotografici sul filo della Memoria - di Lucia Daglio, Paolo Ponta, Ettore Ratti.

Introdurrà Roberto Botta, Direttore dell’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria e interverrà Paolo Filippi, Presidente della Provincia di Alessandria. L’evento sarà sottolineato dalla fisarmonica del Maestro Emilio Cervetto.

La presentazione è organizzata dalla Comunità Montana Valli Borbera e Spinti, dalla Provincia di Alessandria, dalla Regione Piemonte e dall’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria, in collaborazione con il Comune di Cabella Ligure.

"C’era una volta... Dova" ripercorre, attraverso un repertorio fotografico che attinge soprattutto agli album di famiglia, la vicenda economica e sociale e la vita quotidiana del piccolo borgo dell’Alta Valle Borbera. Uno spaccato su una storia che rischia di cadere nell’oblio e che è necessario riportare alla luce.

L’occasione, unita alla presenza del neoeletto Presidente della Provincia Paolo Filippi, è ghiotta, soprattutto in un’area come quella della Val Borbera, che il progressivo spopolamento delle campagne e dsoprattutto della montagna rischia di rendere sempre più marginale, nonostante l’alto valore aggiunto delle sue produzioni tipiche di pregio: dal Montebore alle formaggette, dalla mela carla alle patate quarantine, dal vino timorasso ai funghi e tartufi.

Riscoprire le tradizioni, la ricchezza di storia e umanità che ha caratterizzato per secoli le vallate altoappenniniche liguri - piemontesi, visto che l’identica storia si ripete tanto nell’acquese come nell’ovadese, , è un’operazione che merita attenzione e simpatia e soprattutto - ci auguriamo - un ripensamento sulle possibilità di agevolare quanti, nonostante tutto, cercano di mantenere viva la cultura e la tradizione di quest’angolo di piccolo mondo antico che ha saputo conservare, pur nel gorgo della modernità, valori, tradizioni e ritmi che sono quelli più genuini della nostra stirpe


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