C'era una volta... Dova ricordi fotografici sul filo della Memoria.
Articolo tratto da isral.it
Domenica 25 luglio, alle ore 17, presso la chiesa parrocchiale San Martino di
Dova Superiore (Cabella Ligure), avrà luogo la presentazione del volume
fotografico "C'era una volta... Dova" - ricordi fotografici sul filo della
Memoria di Lucia Daglio, Paolo Ponta, Ettore Ratti. Introdurrà Roberto Botta,
direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Alessandria e interverrà
Paolo Filippi, Presidente della Provincia di Alessandria. L'evento sarà
sottolineato dalla fisarmonica del Maestro Emilio Cervetto.
La presentazione è organizzata dalla Comunità Montana Valli Borbera e Spinti,
dalla Provincia di Alessandria, dalla Regione Piemonte e dall'Istituto per la
storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di
Alessandria, in collaborazione con il Comune di Cabella Ligure.
"C'era una volta... Dova" ripercorre, attraverso un repertorio fotografico che
attinge soprattutto agli album di famiglia, la vicenda economica e sociale e la
vita quotidiana del piccolo borgo dell'Alta Valle Borbera. Uno spaccato su una
storia che rischia di cadere nell'oblio e che è necessario riportare alla luce.
Introduzione– Cenni storici
Una “Comunità di Villaggio” tra benefici ecclesiastici e dominio feudale
Dova Superiore (932 metri sul livello del mare) è un piccolo villaggio sito
nella valle del torrente Gordenella, affluente di sinistra del Borbera. Dal
punto di vista amministrativo, costituisce una Frazione del Comune di Cabella
Ligure (Provincia di Alessandria).
La Parrocchia di San Martino in Dova Superiore, comprendente anche i Centri di
Casalbusone (in Comune di Mongiardino Ligure) e Guazzolo, appartiene alla
Diocesi di Tortona. Della Parrocchia di San Martino fecero parte nei secoli
passati anche i vicini villaggi di Dova Inferiore, Agneto, Berga e Campassi. Nel
1622 la Parrocchia di Sant’Andrea di Agneto, da cui dipendevano anche Berga e
Campassi, fu staccata da Dova, mentre la Chiesa di Sant’Antonio Abate in Dova
Inferiore fu elevata al rango di autonoma Parrocchia nel 1855.(1) L’attuale
Chiesa di San Martino è relativamente moderna, essendo stata realizzata alla
fine dell’800 su progetto dell’allora Prevosto, Ing. Don Daniele Guidobono.
L’antico tempio dedicato a San Martino si trovava dalla parte opposta del paese,
a nord, vicino al vecchio cimitero, nella zona ancor oggi denominata “Canonica”.
Chiesa e cimitero crollarono a causa di una disastrosa frana nel 1870.
Le origini di Dova Superiore e delle altre località citate sono molto antiche e
possono farsi risalire all’alto medioevo. Il primo documento ove sono menzionati
i nostri villaggi risale infatti all’anno 869. In quell’anno Dova costituiva una
“corte”, donata il 25 maggio dal Sacro Romano Imperatore Ludovico II alla
consorte Angerberga “ut vacaret”, ovvero quale luogo di caccia e altri svaghi.
Ancor oggi, la zona ove sorge l’attuale cimitero è chiamata nel dialetto locale
“Valle della Corte”, mentre la collinetta ove nel 1948, sul sito di una
preesistente edicola, fu eretta una piccola cappella dedicata alla Patrona Sant’Anna,
viene definita “Castello”.
In un documento del 7 febbraio 994, avente ad oggetto una donazione di terre e
villaggi al Monastero di San Fruttuoso di Capodimonte presso Camogli, si trova
un elenco comprendente “locas et fundos dovano qui dicitur superiore, et avaxoli
et ubi casale bosone dicitur et agneli”, in cui è facile riconoscere gli attuali
Dova Superiore, Guazzolo, Casalbusone ed Agneto.
Il territorio di Dova comprendeva allora anche la Badia di San Clemente, detta
anche di San Fermo, oggi facente parte della giurisdizione dell’Arcidiocesi di
Genova e tuttora meta di gite e pellegrinaggi, grazie anche alla posizione
panoramica in vetta ad un piccolo monte (metri 1100 circa sul livello del mare).
Per tutta l’epoca medievale e moderna, fino alla fine del XVIII secolo, Dova
Superiore e i villaggi vicini seguirono la sorte comune ai territori di tutta
l’Alta Val Borbera e delle valli appenniniche limitrofe. Detti territori,
infeudati direttamente dal Sacro Romano Imperatore a esponenti di famiglie
aristocratiche, generalmente genovesi, assunsero uno “status” di fatto
indipendente e costituirono veri e propri “Stati – cuscinetto” tra i domini dei
più potenti vicini (Repubblica di Genova, Ducato di Milano, Marchesato del
Monferrato e, in tempi più recenti, Piemonte sabaudo).
In particolare il territorio di Dova, come risulta da diversi documenti dei
secoli XVI – XVII, era feudo dei Marchesi Spinola e Doria, nell’ambito della
Signoria di Cabella.
Nel 1797, con la nascita della Repubblica Democratica Ligure sotto l’influsso
rivoluzionario francese, la feudalità venne formalmente abolita e i territori
già imperiali vennero annessi al nuovo Stato. Nel 1805 la Liguria entrò a far
parte dell’Impero francese di Napoleone Bonaparte e dopo la restaurazione del
1814, insieme ai nostri territori, fu annessa – con la denominazione di “Ducato
di Genova” – agli “Stati di terraferma” dei Savoia, Re di Sardegna.(2) A quell’epoca,
forse per contrasti risalenti all’ultimo periodo dell’era feudale di “antico
regime”, tutta la Val Gordenella era stata già da tempo assegnata al Comune di
Mongiardino.
Nel 1859, con la cosiddetta “legge Rattazzi”, l’intero Circondario di Novi
Ligure, comprendente i Comuni della Val Borbera, passò dalla Provincia di Genova
a quella di Alessandria, condividendone le sorti fino ad oggi.
Negli anni 1943 – 1945 la Val Borbera fu coinvolta direttamente e
drammaticamente nella Guerra di Liberazione. Per un certo periodo l’Alta Valle
costituì un’”isola” controllata dai Partigiani, dotata di istituzioni
democratiche, scuole, ospedali ed altri servizi essenziali. In tale contesto il
territorio di Dova Superiore, grazie alla conformazione geografica, fu scelto
dagli Alleati per i “lanci” di armi, vestiario, viveri e altro materiale
aviotrasportato a favore delle Forze di Liberazione (3).
Nel 1956, per ragioni di praticità amministrativa legate alla distanza dal
capoluogo e alle vie di comunicazione, e con il consenso delle popolazioni
interessate, le Frazioni di Dova Superiore, Dova Inferiore e Guazzolo furono
staccate dal Comune di Mongiardino Ligure ed annesse al Comune di Cabella
Ligure.